La Stazione Spaziale resta un'oasi fuori dal mondo
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Yurij Gagarin, il 12 aprile 1961 è stato il primo uomo ad andare nello spazio © ANSA/EPA |
La guerra in Ucraina allunga le sue ombre anche sulla Giornata Mondiale del Volo Umano nello Spazio.
Istituita
nel 2011 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) celebra l'inizio
dell'era spaziale e Yurij Gagarjin, che il 12 aprile 1961 è stato il
primo uomo ad affrontare un volo spaziale.
Mai, dal 2011, questa
giornata arriva in un periodo così difficile per lo spazio, con lo stop
di importanti cooperazioni spaziali, come la missione ExoMars per Marte,
e che vede la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) come un'oasi che
continua a funzionare regolarmente.
Istituita dell'Assemblea Generale dell'ONU
per celebrare "l'inizio dell'era spaziale per l'umanità", la Giornata
del volo umano nello spazio è nata per affermare l'importante
"contributo della scienza e della tecnologia spaziale nel raggiungimento
degli obiettivi di sviluppo sostenibile e nell'aumento del benessere
degli Stati e dei popoli, oltre a garantire la realizzazione della loro
aspirazione a mantenere lo spazio esterno per scopi pacifici". Fra i suoi scopi c'è anche quello di sottolineare come lo
spazio debba essere un territorio a beneficio dell'intera umanità,
pacifico e senza confini.
Simbolo della giornata è Yurij Gagarjin che il 12
aprile del 1961 completò un'orbita attorno alla Terra a bordo di una
capsula Vostok 1 raggiungendo una quota di 302 chilometri. Una data
simbolo della competizione spaziale tra Unione Sovietica e Usa, che
l'ONU definisce come una nuova 'dimensione' per tutta l'umanità. Iconici
in tal senso sono anche i Voyager Golden Record, due
dischi d'oro installati a bordo delle sonde Voyager lanciate negli anni
'70 per esplorare i confini del Sistema Solare e ora in viaggio nello
spazio interstellare, con all'interno un messaggio di pace da parte
dell'intera umanità. Dischi che sono stati ricordati nella pagina
dedicata alla Giornata sul sito dell'ONU: "L'impresa del progetto
Voyager ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e che dovremmo trattarci a
vicenda con cura", ha commentato la direttrice dell'Ufficio delle
Nazioni Unite per gli affari spaziali (UNOOSA), Simonetta Di Pippo.
Lo
spazio però in questi mesi si è anche trasformato in territorio di
propaganda politica, Per esempio, il capo dell'agenzia spaziale russa
Roscosmos Dmitry Rogozin, da alcuni giorni ha scelto come immagine del
suo profilo Twitter il volto di Gagarin. Le scelte del capo di Roscosmos
hanno portato alla conclusione di alcune importati collaborazioni con
l'occidente, tra cui la missione ExoMars verso Marte e l'uso europeo del
lanciatore Soyuz.
Gagarin "non può essere oggetto di discussione politica" perché è "un simbolo per l'umanità", ha detto l'astronauta Samantha Cristoforetti, dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Per il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia, a resistere, come "un'oasi di collaborazione"
è la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nonostante tutto, ha
aggiunto, "nelle scorse settimane abbiamo visto avvicendarsi equipaggi
di nazionalità diverse e ogni volta abbiamo visto proseguire in modo
nominale il mantenimento delle funzioni essenziali alla vita della ISS,
sotto la responsabilità diversi partner". Segnale che "ci dispone bene
per il futuro".
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