martedì 29 marzo 2022

Oltre il Canavese: Erasmo da Predjama e il castello nella roccia

Il Canavese è terra di Storia, di Cultura, di Arte, di Scienza e di Conoscenza, origine di personaggi illustri e famosi...
Vi proponiamo in anteprima un piccolo assaggio della nuova rubrica "Oltre il Canavese" che a far data dal 1° aprile 2022 sarà il puntaspilli dell'extra-canavesano.

Figura leggendaria, Erasmo da Predjama viene considerato ancora oggi una sorta di Robin Hood sloveno. Schieratosi con Mattia Corvino nella guerra contro l’imperatore Federico III, nascosto nel suo castello nella roccia si fece beffe degli assedianti fino alla tragica fine.

Ci sono personaggi dei quali la storia ha perduto le tracce, e che ciononostante entrano nella leggenda per aver compiuto in vita imprese eccezionali. Questo è il caso del barone Erasmo di Lueg, signore di Predjama, che le narrazioni successive hanno paragonato a una sorta di Robin Hood sloveno. La sua vicenda è strettamente legata alla fama del suo castello, Castel Lueghi, il più grande maniero al mondo costruito nella roccia. Situato a pochi chilometri dalle grotte di Postumia, vicino al confine italo-sloveno, si eleva lungo 123 metri di parete. Noto anche col nome di "castello di Predjama", che in lingua slovena significa appunto “davanti alla grotta”, venne costruito nel 1202 e successivamente ristrutturato nel 1274 dagli abati di Aquileia prima di passare, nel XV secolo, nelle mani della famiglia Lueger (o Luegger).

Erasmo Lueger nacque attorno al 1420 da una famiglia della piccola nobiltà goriziano-carniola, vassalli degli Asburgo. Suo padre, Nikolaj, era governatore imperiale di Trieste. Non sappiamo molto della sua gioventù, se non che dopo aver dimostrato eccellenti capacità in combattimento entrò a far parte del seguito dell'imperatore Federico III d'Asburgo, che raggiunse a Vienna. La vox populi narra le imprese di Erasmo, che avrebbe “rubato ai ricchi per dare ai poveri” come il più celebre Robin Hood, nascondendosi però non nella foresta, bensì nel castello di famiglia abbarbicato nella roccia. Vittime privilegiate erano i mercanti che attraversavano la zona per recarsi da Trieste a Vienna. Quel che è invece certo, è che nel 1478 Erasmo venne nominato barone dall’imperatore e si ritirò nel suo castello.

Ritratto moderno di Erasmo da Predjama Foto: Park Postojnsjka Jama
Il voltafaccia di Erasmo

La vita del signore di Predjama finì per intrecciarsi alle vicende legate al trono imperiale. Federico III era stato incoronato imperatore del Sacro romano impero a Roma nel 1452, ma non era riuscito nonostante gli sforzi a imporsi in maniera stabile su Boemia e Ungheria. Il suo antagonista diretto era l'ungherese Mattia Corvino che, dopo un periodo di prigionia per ordine del re di Boemia Giorgio Poděbrady, nel 1458, ancora in carcere, era stato acclamato re d'Ungheria. Tornato in patria dovette comunque combattere contro i nobili che sostenevano Federico III. Le campagne di Corvino contro gli Asburgo portarono alla guerra d'Austria, che si protrasse fra il 1477 e il 1488.

Erasmo, che fino a quel momento aveva servito l'imperatore, cambiò bandiera e passò a sostenere Mattia Corvino. Pare che il motivo risiedesse in una vicenda personale: in seguito a una rivolta il maresciallo dell'esercito imperale Pappenheim avrebbe fatto arrestare e decapitare Andrej Bamkircher (1420-1471), amico fraterno del signore di Predjama. Questi lavò l'affronto col sangue, scatenando le ire di Federico III, che era imparentato con la vittima. Rinchiuso nelle prigioni di Lubiana, Erasmo riuscì a scappare, e dopo essersi alleato con Mattia Corvino cominciò a razziare i possedimenti asburgici in Carniola.
 
 
Mattia Corvino in un ritratto attribuito ad Andrea Mantegna Foto: Pubblico dominio
L'assedio di Predjama

Erasmo si dette quindi al banditaggio, facendo base nel suo inaccessibile maniero. Via via le scorrerie divennero sempre più feroci e frequenti, tanto che l'imperatore dovette correre ai ripari e nel 1483 diede l'ordine di assediare il castello di Predjama per porre fine alle incursioni del suo signore. A capo dell'operazione fu messo il governatore di Trieste, Gaspare Ravbar. Le cose però presero una piega imprevedibile: gli abitanti della fortezza non sembravano affatto provati dalla lunga clausura. Anzi, Erasmo si permetteva addirittura di sbeffeggiare i nemici inviando loro dei doni alimentari come carni arrostite e all'inizio dell'estate addirittura delle ceste di ciliegie appena colte. Gli assedianti cominciarono a disperare, e fra loro iniziarono a serpeggiare storie di spiriti che avrebbero protetto Erasmo e i suoi uomini: dicerie avvalorate da sinistri suoni notturni provenienti dalle viscere della terra.

In realtà, quel che le truppe assedianti ignoravano era che alle spalle del maniero si apriva una serie di grotte carsiche e intricati cunicoli sotterranei dai quali gli assediati potevano uscire per rifornirsi di cibo. Non solo, ma la naturale umidità della grotta forniva acqua che veniva raccolta in una cisterna. I rumori che gli uomini di Ravbar sentivano di notte non erano altro che gli echi provenienti dalle cavità della grotta. Ma, poiché i soldati ignoravano tutto ciò, la fama sinistra del castello non faceva che crescere, mese dopo mese.
 

Castel Lueghi incastonato nella roccia Foto: Park Postojnsjka Jama
 

Espugnare la rocca sembrava impossibile, dal momento che era protetta da un precipizio e le sue pareti costruite in pietra che resisteva alle cannonate. L'unica possibilità di vittoria per Ravbar era prendere per fame gli assediati, ma anche quella tecnica pareva destinata a fallire. Alla fine la svolta arrivò da un vile tradimento. Pare infatti che un servo di Erasmo avesse svelato agli assedianti l'unico punto debole del maniero: la parete in muratura della latrina. Fu così che dopo un assedio durato (secondo la leggenda) un anno e un giorno, il traditore mise un segnale sulla finestra – qualcuno parla di una candela, altri di una bandiera – nel momento in cui Erasmo si ritirò nella latrina. Qui venne colpito alla testa da una palla di cannone e morì sul colpo.

Si concludeva così l'assedio di Predjama. Secondo la leggenda, la compagna di Erasmo piantò un tiglio davanti alla chiesetta di Nostra Signora dell'Addolorata, sulla piazza del villaggio. L'albero è ancora lì, dopo secoli, a ricordare la storia di Erasmo, il bandito di Predjama.

Nemo
 
Fonte Storica
Martina Tommasi
Medioevo - Personaggi

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