Dopo la 1^ guerra mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo Combattente, caduto armi in pugno. In Italia l’allora Ministero della guerra dette incarico ad un’apposita commissione di esplorare tutti i luoghi nei quali si era combattuto e di scegliere una salma ignota e non identificabile per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.
Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei Caduti, con il Re in testa, e le Bandiere di tutti i reggimenti attesero l’arrivo del convoglio nella Capitale e mossero incontro al Milite Ignoto per renderGli solenne omaggio.
Il Feretro fu poi scortato da un gruppo di dodici decorati di Medaglia d'Oro fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, al cui interno rimase esposto al pubblico.
Il corteo avanzò lungo Via Nazionale, lungo la quale erano rappresentati i soldati di tutte le armi e di tutti i servizi dell’Esercito.
Dinanzi al gran monumento, in piazza Venezia, uno smisurato picchetto fu schierato in quadrato, mentre 335 Bandiere dei reggimenti attendevano il Feretro.
I militari presenti e i rappresentanti delle nazioni straniere erano sull’attenti, mentre tutto il popolo in ginocchio. Il feretro del Milite Ignoto veniva quindi inserito nel sacello e così tumulato presso quel monumento che poteva ora ben dirsi Altare della Patria.
Commemorazione del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria. Roma, 4 novembre 1921-2021. Proposta di conferimento, da parte di ciascun Comune d’Italia, della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto
PREMESSA STORICA
Quando, dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, nel corso del quale avevano perso la vita circa 650.000 militari italiani, il Parlamento approvò la legge 11 agosto 1921, n.1075, “per la sepoltura in Roma, sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra”, la Commissione appositamente costituita per la individuazione dei resti mortali di quello che sarebbe diventato il “Milite Ignoto”, compì ogni possibile sforzo affinché non fosse possibile individuare la provenienza “territoriale” del Caduto prescelto e neppure il reparto o la stessa forza armata di appartenenza. L’unico requisito assunto come inderogabile fu quello della sua italianità.
Questo elemento di assoluta indeterminatezza, unito alla casualità della scelta finale della bara, tra undici identiche, effettuata, nella Basilica di Aquileia, da parte di Maria BERGAMAS, madre di un militare caduto in combattimento, i cui resti non furono mai recuperati, consentì a tutti gli italiani di identificare una persona cara in quel militare sconosciuto. Ciò avvenne, infatti, sin dal passaggio del treno speciale che lo trasportò da Aquileia a Roma e poi, il 4 novembre 1921, nel momento della sua solenne tumulazione presso il sacello dell’Altare della Patria, al Vittoriano.
Durante la fase finale di quello storico viaggio, i decorati di Medaglia d’Oro al valor militare, che già avevano ricevuto il privilegio di svolgere la stessa funzione nel tragitto dalla Basilica alla stazione ferroviaria di Aquileia, eseguirono nuovamente, a Roma, la scorta d’onore al feretro, trasportato su un affusto di cannone, dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri alla base del Vittoriano e quindi ne effettuarono il trasporto, a spalla, sulla scalea, sino alla sua deposizione nel sacello, ove il Caduto (anch’Egli, nel frattempo, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare) viene tuttora custodito ed onorato.
Questa è la motivazione della Sua decorazione (R.D. 1° novembre 1921):
XXIV – V – MCMXV IV – XI – MCMXVIII
Proprio da quell’evento, inoltre, sorse l’idea, tra coloro che vi avevano preso parte, di fondare, nel 1923, il “Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia”, successivamente costituito in ente morale con Regio Decreto 16 settembre 1927, n. 1858.
PROPOSTA COMMEMORATIVA
Così come, cento anni fa, gli sforzi effettuati per fare in modo che quel Soldato, voluto come “di nessuno”, potesse in realtà essere percepito come “di tutti”, al punto da trasformarsi nella sublimazione del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i Caduti per la Patria, oggi è giunto il momento in cui, in ogni luogo d’Italia, si possa orgogliosamente riconoscere la “paternità” di quel Caduto.
Sulla base di questo assunto, le Medaglie d’Oro al valor Militare si sono rivolte all’ANCI, in quanto rappresentante della quasi totalità dei Comuni d’Italia, per promuovere, fin dal 2020, il conferimento della cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto”, da parte di ciascuna Civica amministrazione, naturalmente nel rispetto delle norme amministrative in vigore e dell’autonomia dei rispettivi Consigli Comunali.
La Redazione
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