giovedì 18 novembre 2021

I racconti di Nemo - Il Bidello



 
IL BIDELLO

bidèllo s. m. (f. -a) [dal latino medievale bidellus, dal franco *bidal «messaggero»; dal tedesco Büttel «sergente», inglese beadle «messaggero»]. – Qualifica generica del personale di servizio delle scuole elementari e degli istituti d’istruzione media e superiore, incaricato della pulizia e della custodia dei locali oltre che di altri servizî interni...


Ma chi è veramente il bidello?
Innanzitutto il bidello stà nella bidelleria.
Non è uno scherzo ... la bidelleria esiste davvero ed è il termine con cui si definisce ed identifica l'ufficio del bidello, il quale in tempi meno recenti ricopriva mansioni ben più alte e nobili di quelle a cui è deputato ai giorni nostri(1).
Il bidello conosce la scuola come le sue tasche e saprebbe muoversi con gli occhi bendati e senza inciampare o sbattere nelle aule e per i corrioi, negli uffici, nei magazzini e perfino nei bagni ...

Conosce e riconosce tutti i rumori propri dell'edificio; una porta che cigola, un asse del pavimento che scricchiola, una piastrella del pavimento che si muove quando calpestata, il vetro di una finestra che vibra perchè ha perso tutto il mastice ed è tenuto al suo posto soltanto più dai chiodini.
Eccolo lì, Augusto (Gùstu per gli amici(2) in punta alle scale, nel suo camice nero (con una schiera di matite e penne che spuntano dal taschino ordinate in sequenza d'uso e d'importanza ed un fischietto - regalo di uno zio ferroviere - appeso al collo) che aspetta i ragazzi all'ingresso per l'inizio delle lezioni.
Li conosce tutti per nome (e cognome) e per ognuno di loro ha un cenno particolare, un'alzata di sopraciglio, un abbozzo di sorriso o un cenno appena percettibile della mano. Per alcuni, e proprio solo per loro, ha invece uno sguardo torvo, quasi un monito al rispetto delle regole(3) ed un incentivo ad utilizzare al meglio il tempo dedicato alle lezioni, traendone il massimo del profitto.
Ha un aspetto ordinato: faccia pulita, occhi verdi, capelli in ordine, baffi curati, nodo della cravatta fatto ad arte e, nonostante le sue umili radici, ha lo sguardo fiero di chi svolge con convinzione e dignità il proprio lavoro. Nei momenti di pausa, lo si vede spesso con un libro in mano.

Non legge. Studia, e prima o poi prenderà anche lui il tanto sognato Diploma; quello che non ha potuto prendere quando era in età scolare perchè c'era la guerra, e dopo la guerra c'erano la fame e la carestia e bisognava andare a lavorare se si voleva mangiare. Ma ce la farà! Ha già superato con successo l'esame del biennio (il Ginnasio) ed ora, con l'aiuto e la complicità dei professori del suo Liceo (il Liceo Classico Des Ambrois) si prepara per il grande salto e forse entro il prossimo anno scolastico darà l'esame finale!
Poi, se la vita gli offrirà qualche ghiotta occasione, potrebbe anche considerare la possibilità di cambiare mansione, magari un posto in ufficio, ma per ora va bene così. Fare il bidello lo gratifica e lo fa sentire importante, necessario e soprattutto amato e benvoluto da tutti. Per quelli del paese, lui è Gùstu, il Signor bidello e per lui il diploma è un punto di arrivo e non di partenza, sopratutto considerata la sua non più giovane età ed una condizione sociale modesta ma dignitosa e, per lui, soddisfacente.
Forse, una volta ottenuto il diploma, troverà il coraggio di dichiarare il suo incondizionato amore alla Signorina Felicita, una delle insegnanti del Liceo, che tutte le mattine gli fa compagnia nella pausa caffè delle dieci e che alla sera lo aiuta con la matematica. Sarebbero proprio una bella coppia lui e Felicita e si immagina già quando con lei sottobraccio andranno a passeggio per il paese, dispensando saluti e sorrisi a tutti.

Ma questa era la storia di Augusto (Gùstu), bidello modello d'altri tempi ....
Oggi le cose sono cambiate: la situazione geopolitica, la globalizzazione, la caduta (sparizione, inversione) dei valori. La gente.
Le generazioni dal '68 in poi si sono certamente date un gran daffare a rovinare quanto di buono era stato creato (o ri-creato) con gran fatica dai nostri avi (dicesi "avo" colui che dista, rispetto alla generazione attuale, almeno due (meglio 3) generazioni, cioè dai nonni a risalire).
Oggi abbiamo Pasquale (per gli amici "Pasquino"), bidello tuttofare di un istituto professionale multietnico e polifunzionale (dal cameriere al disegnatore CAD...). Pasquino porta un camice blu, tipo quelli da officina, e nel taschino non è raro trovare, vicino al pennarello nero punta fine, una clip multiuso (utilissima per rimuovere la SIM dai moderni smartphone, ma anche indispensabile come stuzzicadenti inossidabile, riciclabile ed infrangibile), l'inseparabile sigaretta elettronica e "dulcis in fundo" un trancio di toscano, di lunghezza diversa a seconda del giorno della settimana.

Pasquino è un uomo per bene, scapolo, 50 anni, gran lavoratore dalla mente pronta ed arguta; sguardo sottile, occhi nocciola ed un bel sorriso sovrastato dai baffetti da sparviero, ogni tanto accompagnati da un pizzetto da inizio '900 (tutto torna ... anche la moda del pelo ... ma solo del pelo, perchè i capelli sono oramai un optional, perfino tra i giovani 30enni). Non ha il fischietto appeso al collo, ma è capace di emettere fischi potenti, anche senza l'uso delle dita, udibili fino a quasi un kilometro di distanza per richiamare l'attenzione di quelli che, credendo di essere "i più furbi" (o i furbetti, a seconda dei casi), cercano di fargliela sotto il naso ...
Anche lui li conosce tutti per nome (solo per nome, però, eccezion fatta per gli omonimi, che allora sono identificati da un diverso "nickname" (ma non si diceva soprannome, quando ancora c'era l'Italia?). Sergio "B" - per distinguerlo da Sergio, che per default (sottinteso) è il Sergio "A"; "Peppe", da non confondere con "Giuse" e neanche con "Pino"; "Mary", quella che vuole aprire un negozio da parrucchiera; 

"Maria", tutta casa e chiesa...

Lui, Pasquino, si definisce un Latin Lover, un Tombeur de fèmmes, un inseminatore votato alla causa del maschio Italico e dall'alto del suo metro e settanta vigila sul suo gregge di gentil donne, dispensando favori ed attenzioni, forse con la speranza di un rendez vous.
Oggi a scuola ci sono i "raga" e le "raga", che tra un selfie ed una chat si rivolgono al "Prof" per chiedere se possono andare al bagno(4) anche se l'intervallo è appena finito, oppure in infermeria(5) perchè non si sentono gran che bene dopo aver stressato oltre il limite la massa cerebrale nel nobile tentativo di capire cosa l'insegnante stesse dicendo nei venti minuti di spiegazione.
Ma questa è la scuola moderna, frequentata dai "raga" del 5G e governata dai 5* (zitto! Non si può dire 5*! .... scriviamo solo 5 e compriamo una consonante!).
Pasquino, anche se a studiare per prendere il diploma non ci pensa proprio e di scuola conosce solo quella in cui lavora, spesso però si chiede se le scuole siano tutte così. Non ti preoccupare, gli rispondiamo: i buoni sono tanti, milioni di milioni ... e la (buona) stella degli onesti rusconi vuol sempre dire qualità!




Note

  1. Si trattava di una derivazione dal sostantivo bidellus, termine anch’esso adoperato nel latino medievale di Padova (XIII sec.) e di Bologna (1317) per indicare, nel linguaggio universitario, non il semplice ‘addetto alle pulizie e alla custodia dei locali scolastici o universitari’, bensì un ‘segretario’ o un ‘assistente’, che svolgeva mansioni di maggiore responsabilità rispetto a quelle oggi affidate ai bidelli (cfr. Lessico etimologico italiano. Germanismi, a cura di E. Morlicchio, Weisbaden, Reichert, fasc. 4°, vol. I, 2007, s.v. *Bidil, e S. Lubello, Il Lessico etimologico italiano e gli antichi volgari italiani, in Lessicografia dialettale: ricordando Paolo Zolli, Padova, Antenore, 2006, pp. 479-90, alle pp. 484-86.).
  2. Classe 1931, scapolo a cui la guerra ha portato via la famiglia (padre, madre e fratello) e che dall'età di 13 anni vive con uno zio (Italo, eroe di guerra e decorato) e lavora quà e là nelle botteghe degli artigiani del paese, imparando a fare un pò di tutto, dal falegname all'idraulico e per questo, all'età di 21 anni (1952) viene assunto come bidello al Liceo Des Ambrois.
  3. Per regole si intendono sia le regole tipiche degli Istituti Scolastici (incluso il rispetto per l'autorità costituita rappresentata dai genitori, dal personale docente e non e dagli addetti all'ordine ed alla pulizia, di cui il bidello è primo rappresentante) che quelle civili e sociali, quali per esempio, quelle sul rispetto per il prossimo, quelle di "buona creanza", e nondimeno delle regole base dell'educazione civica.
  4. Il bagno ha sostituito, nella scuola moderna, i luoghi deputati a riunioni di vario tipo: scambi di materiale non propriamente didattico, lezioni private di anatomia comparata, relax post-cannabis e post-fellatio o post-coitus che da quando il nostro Pasquino ha preso l'abitudine di irrompere senza bussare nei bagni (unisex), è diventato coitus interruptus ...
  5. Infermeria: luogo deputato alla somministrazione di placebo ai "raga" ed alle "raga" che si presentano con la testa tra le mani e gli occhi venati di rosso, dicendo che non ce la fanno più a stare in classe. Implica una telefonata ai genitori, che di solito sanno anche quando è il caso di chiamare direttamente il 118.
 
Nemo

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