È tornata l’ora solare. Infatti è piovuto per benino.
Il pollaio è stato un pantano unico e le galline sentono il freddo e se ne
stanno rintanate sotto la tettoia al riparo e aspettano. Che smetta di piovere
essenzialmente, viste le previsioni.
Finalmente ora le meridiane a muro funzioneranno regolarmente sotto
l’ombra del gnomone conficcato nel muro. Dopo sette mesi il cruscotto
della mia macchina è tornato a segnare l’ora giusta: sette mesi di calcoli
quotidiani per compensare il gap. Nessun tentativo, dopo molti anni, di
rimetterlo a posto a causa dell’impossibilità di comprendere e realizzare la
manovra di cambio ora dell’orologio elettronico. Ogni volta mi ci metto e
mi viene da piangere. Fu molto più semplice agganciare la Soyuz all’Apollo
in orbita la prima volta nel luglio 1975. Non è una questione di analfabetismo
tecnologico di ritorno, ma di progettata complicazione delle cose semplici.
Il lato oscuro delle nuove tecnologie.
Così per i prossimi cinque mesi niente più ora legale. Perché non la chiamano
ora “illegale”? Perché dopo anni insistono ancora con questo turpe
rito? Da bambino, e poi da ragazzo, mi si sono accumulati i ricordi di quando
osservavo la sveglia meccanica della camera da letto dei miei genitori.
Chi se ne fregava dell’ora illegale erano i miei nonni contadini. Non gli
importava niente: loro andavano avanti con la solare anche in piena estate.
Veri ribelli! La mia è una generazione che ha subito il peggior scompenso: il
“time lag”. In questi giorni abbiamo già fame alle 11 del mattino e perdiamo
la voglia di andare a dormire perché “beh, tanto in realtà sono solo le…”.
E così, oggi sono andato a lavorare 40 minuti prima. Ho dovuto aspettare al
parcheggio che venisse un’ora decente per presentarmi al portone.
A marzo di ogni anno, con un’ora di sonno in meno, tutti invece a fare gli
zombi sul posto di lavoro. I dispositivi più subdoli sono gli smartphone che
cambiano l’ora in automatico. Ti senti un’idiota manipolato dalla congiura
planetaria mascherata dal “risparmio energetico”, dai nuovi mostri della
“Green Economy” che ti dicono: “Il vantaggio in termini di risparmio energetico
legato all'ora legale è confermato dai dati: tra il 2004 e il 2012 lo spostamento
delle lancette un'ora avanti ha permesso un risparmio energetico stimato
intorno ai 6 miliardi di kilowattora”. Fermo da tre anni a Bruxelles il progetto
di legge di abolizione dell’ora legale arenata in “sede di consultazione
presso la Commissione Europea perché non ha riscontrato il voto unanime di
tutti i Paesi membri dell'UE”. Per questo motivo nel nostro Paese, come negli
altri dell'UE, resta ancora in vigore il cambio ora. Una vera jattura!
Eppure secondo alcuni grandi pensatori dovremmo smetterla di lamentarci
del cambio d’ora perché è giusto che sia così. Forse. Ma io rivendico il
diritto costituzionale di protestare contro il cambio dell’ora. Se poi i benpensanti
storcono il naso, rivendicherò anche il diritto di protestare contro
il cambio dell’olio delle auto.
Fabrizio Dassano 04/XI/2021 - Dalla rubrica del Risveglio "il dito nella piaga"
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