sabato 12 febbraio 2022

Quel ramo della famiglia De Giacomi... Un "fil rouge" tra Borgofranco e Chiavenna

BIRRA LIVORNO




Manifesto della BIRRA LIVORNO - Si notino l'affinità grafica e l'impostazione dello stile
con un forte richiamo all'analogo manifesto della BIRRA BORGOFRANCO

Storia

Alla fine dell’800 in Italia, il mestiere di birraio era svolto da pochissimi imprenditori vista la dominante cultura vinicola. Ancora di più lo era in regioni come il Piemonte, patria di vini pregiati. Forse questo fu il motivo che indusse il giovane Giuseppe De Giacomi a trasferirsi a Livorno e rilevare, nel 1892, la vecchia Birreria Kieffer. A quella data si trattava di un piccolo laboratorio artigiano con annesso locale per il consumo posto nel quadrilatero formato dalla Via Mentana, Via de Lardarel, Via Sproni e Via Chiellini. Da qui ha inizio la storia della fabbrica di Birra De Giacomi che ebbe un grande sviluppo fino al 1939, anno in cui l’intero complesso fu acquisito dalla Società Birra Peroni. 
Per la produzione della birra si utilizzava l’acqua che si trovava in abbondanza proprio sotto lo stabilimento, canalizzandola direttamente dalla sorgente agli impianti produttivi. 
Gli anni della guerra si abbatterono sugli impianti in maniera devastante danneggiando gli edifici produttivi che furono ricostruiti e ampliati riprendendo la corsa produttiva fino a raggiungere i 70.000 ettolitri nel 1963. L’emergere di stabilimenti più all’avanguardia e l’ubicazione dell’impianto nel centro città unitamente all’impossibilità di poter ampliare le unità produttive determinò il lento declino della Birreria livornese, che chiuse i battenti nel 1979, lasciando un segno forte e indelebile nella storia e nella cultura della città.
Alla fine dell’800 in Italia, il mestiere di birraio era svolto da pochissimi imprenditori vista la dominante cultura vinicola. Ancora di più lo era in regioni come il Piemonte, patria di vini pregiati. Forse questo fu il motivo che indusse il giovane Giuseppe De Giacomi a trasferirsi a Livorno e rilevare, nel 1892, la vecchia Birreria Kieffer. A quella data si trattava di un piccolo laboratorio artigiano con annesso locale per il consumo posto nel quadrilatero formato dalla Via Mentana, Via de Lardarel, Via Sproni e Via Chiellini. Da qui ha inizio la storia della fabbrica di Birra De Giacomi che ebbe un grande sviluppo fino al 1939, anno in cui l’intero complesso fu acquisito dalla Società Birra Peroni. 
Per la produzione della birra si utilizzava l’acqua che si trovava in abbondanza proprio sotto lo stabilimento, canalizzandola direttamente dalla sorgente agli impianti produttivi. 
Gli anni della guerra si abbatterono sugli impianti in maniera devastante danneggiando gli edifici produttivi che furono ricostruiti e ampliati riprendendo la corsa produttiva fino a raggiungere i 70.000 ettolitri nel 1963. L’emergere di stabilimenti più all’avanguardia e l’ubicazione dell’impianto nel centro città unitamente all’impossibilità di poter ampliare le unità produttive determinò il lento declino della Birreria livornese, che chiuse i battenti nel 1979, lasciando un segno forte e indelebile nella storia e nella cultura della città.
Alla fine dell’800 in Italia, il mestiere di birraio era svolto da pochissimi imprenditori vista la dominante cultura vinicola. Ancora di più lo era in regioni come il Piemonte, patria di vini pregiati. Forse questo fu il motivo che indusse il giovane Giuseppe De Giacomi a trasferirsi a Livorno e rilevare, nel 1892, la vecchia Birreria Kieffer. A quella data si trattava di un piccolo laboratorio artigiano con annesso locale per il consumo posto nel quadrilatero formato dalla Via Mentana, Via de Lardarel, Via Sproni e Via Chiellini. Da qui ha inizio la storia della fabbrica di Birra De Giacomi che ebbe un grande sviluppo fino al 1939, anno in cui l’intero complesso fu acquisito dalla Società Birra Peroni.
Alla fine dell’800 in Italia, il mestiere di birraio era svolto da pochissimi imprenditori vista la dominante cultura vinicola. Ancora di più lo era in regioni come il Piemonte, patria di vini pregiati. Forse questo fu il motivo che indusse il giovane Giuseppe De Giacomi a trasferirsi a Livorno e rilevare, nel 1892, la vecchia Birreria Kieffer. A quella data si trattava di un piccolo laboratorio artigiano con annesso locale per il consumo posto nel quadrilatero formato dalla Via Mentana, Via de Lardarel, Via Sproni e Via Chiellini. Da qui ha inizio la storia della fabbrica di Birra De Giacomi che ebbe un grande sviluppo fino al 1939, anno in cui l’intero complesso fu acquisito dalla Società Birra Peroni.
Alla fine dell’800, in Italia, il mestiere di birraio era svolto da pochissimi imprenditori, soprattutto a causa della cultura vinicola. Ancor di più lo era in regioni come il Piemonte, patria di vini pregiati e blasonati, e forse questo fu il motivo che indusse il giovane Giuseppe De Giacomi a trasferirsi in toscana; nel 1893 la famiglia De Giacomi, stabilitasi a Chiavenna, rilevò dal tribunale fallimentare di Livorno un piccolo birrificio, creato a metà dell'Ottocento da Ottavio Guglielmo Kieffer. (Nel 1887 la birreria fondata da Ottavio Guglielmo era passata al figlio Emilio che insieme all'imprenditore Gino Del Moro avevano fondato la Società Kieffer-Del Moro). A quella data si trattava di un piccolo laboratorio artigiano con annesso locale per il consumo, situato nel quadrilatero formato da Via Mentana, Via de Lardarel, Via Sproni e Via Chiellini. La BIRRA LIVORNO, sulla scia della BIRRA di BORGOFRANCO, conquistò i toscani ed ebbe un rapido quanto proficuo sviluppo sia in Italia che all'estero. Per la produzione della birra si utilizzava l’acqua che si trovava in abbondanza proprio sotto lo stabilimento, canalizzandola direttamente dalla sorgente agli impianti produttivi. 

Tappo  e marchio originale BIRRA LIVORNO
 
Dopo l'acquisto del birrificio Kieffer, Giuseppe De Giacomi fece ampliare e modernizzare il processo produttivo, lanciando sul mercato nazionale il marchio BIRRA LIVORNO. Negli anni trenta del Novecento si raggiunse la produzione di 25.000 ettolitri e crebbe notevolmente  la presenza sul mercato internazionale grazie anche alla distribuzione nelle colonie dell'Africa Orientale Italiana.
Nel 1937 la Società Birra Peroni iniziò ad interessarsi alla
BIRRA LIVORNO, le cui quote di mercato erano in aumento soprattutto in Toscana e nel 1939 acquisì definitivamente l'impianto.
Fino al 1942 la produzione birraia non risentì degli eventi bellici ma il 10 aprile 1943, con decreto ministeriale (Atto n.49893 DECRETO MINISTERIALE 10/04/1943 DIVIETO DI VENDITA DELLA BIRRA), fu impedita d'autorità la vendita ai civili e la produzione fu dirottata verso le armate tedesche. 

Reparto imbottigliamento BIRRA LIVORNO
 
Fra maggio e giugno 1944 la fabbrica fu bombardata dagli Alleati e subì ingenti danni che determinarono il blocco della produzione, che ripartì soltanto nell'aprile del 1946 .
Nel 1979 cessò definitivamente la produzione della birra e rimase in funzione
solo l'impianto di confezionamento che nel 1984 fu chiuso insieme al reparto deposito e spedizione. 

Negli anni successivi, la storica fabbrica della birreria, ubicata nel cuore della Livorno ottocentesca, fu demolita per far posto ad un vasto complesso edilizio.

Nel 2010, a più di cento anni dalla nascita della
BIRRA LIVORNO, il proprietario della Birreria Artigianale Brunz di Empoli, dopo averne registrato il marchio, ripropone e promuove questa birra, commercializzata in bottiglia nella città e provincia di Livorno.

Nuovo Logo BIRRA LIVORNO

n.d.r.  da Il Tirreno, Empoli, 20 maggio 2010
 
... Fu prodotta per l'ultima volta nel 1937, quando lo stabilimento livornese dei fratelli De Giacomi venne rilevato dalla Peroni. Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, torna sul mercato la "BIRRA LIVORNO" prodotta da Bruno Bianucci, della birreria artigianale "Brunz" di piazza Guerra, a Empoli. Bianucci ha rilevato il marchio ormai libero diventandone proprietario.

«La riproduzione del marchio - sottolinea Bianucci - vuole essere un omaggio alla città di Livorno e a tutta la Toscana». La "
BIRRA LIVORNO" fu prodotta per la prima volta nel 1891 dalla birreria livornese "F.lli De Giacomi", divenuta la seconda esportatrice in Italia prima della chiusura nel 1937. Adesso, grazie a Bianucci, la storica birra ritorna in auge e già da oggi si potrà trovare sui tavoli di alcuni ristoranti, pub e bar di Livorno. Al momento è racchiusa in bottiglie da 75cc, a partire da ottobre verrà imbottigliata anche nel formato 33cc.

«Dopo un'attenta ricerca - spiega Bianucci - sono venuto a conoscenza che il marchio era ormai libero. Ho deciso allora di
acquistarlo per riproporlo e promuoverlo. La birra è destinata, per ora, solo a locali di Livorno». È una birra artigianale ad alta fermentazione. Bianucci la produce in due versioni: bionda e amaranto con gradazione alcolica di cinque gradi per entrambe.
La creazione di questa birra pregiata è parte di un procedimento lungo e paziente;  occorre almeno un mese di fermentazione e quando si parla di scadenza si può stare tranquilli almeno per un anno. Bianucci ci racconta la sua decisione di ricreare una birra italiana storica, mentre i corrieri sono già pronti per riportarla, dopo 73 anni di lontananza, a Livorno.

 
Bibliografia
Claudio Norfini, Storia della birra a Livorno, 2011 ISBN n.d..
AA.VV., Peroni a Livorno, Edizioni Itinera, 2005, ISBN 88-89842-06-7 
Il Tirreno - edizione di Empoli del 20 maggio 2010



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