Storia
delle due centrali idroelettriche della Valle Piova
La prima centrale idroelettrica della Valle Sacra fu costruita negli anni '20 nel comune di Colleretto Castelnuovo, con presa dell'acqua ai Goij Neir, alla confluenza del torrente Rondonera nel Piova; un canale lungo poco più di 1 km e con 2 vasche (1 di riserva e 1 dove arrivava il canale e partiva la condotta forzata lunga poco più di 100 mt.) nei pressi della fraz. Tetti. Ha iniziato a produrre energia nel febbraio del 1922. Soltanto di notte, perchè non doveva far funzionare elettrodomestici, ma accendere poche lampadine da 5 Watt nei municipi, uffici postali, alberghi e le case dei pochi che se lo potevano permettere nei paesi della Valle Sacra.
L'idea era venuta a Battista Giachetti di Sale che, vendendo azioni di 100 lire l'una, stimolava le famiglie a dotarsi di luce elettrica. Doro Albertano era l'elettricista che ha impiantato le prime luci pubbliche nelle piazze e nelle vie centrali dei paesi ed in seguito anche nelle case private.
L'inaugurazione ufficiale si tenne il 13 maggio 1923, alla presenza della med. d'oro Caporal Cattaneo, del comm. Martin-Perolin consigliere provinciale, con i sindaci di Colleretto, il sig. Giovanni Carlevato, di Sale, il Cav. Chiono, di Cintano, il sig. Giacoma, di Cuorgnè, il Cav. Giachetti e di Castellamonte, il sig. Corrado Corradini, il geom. Ghella, l’impresario costruttore, la Contessa Nigra Martin-Perolin, nuora di Costantino Nigra, il Cav. Giraudo e l'on. Cesare Devecchi, quadrunviro e amico di Mussolini, che per l'occasione passò in rassegna la Milizia Nazionale. Dopo le orazioni ufficiali e la benedizione dei vessilli da parte dell'arciprete di Castellamonte don Bronzini, i festeggiamenti si spostarono nel prato della fraz. Tetti, vicino alle vasche. Qui erano stati allestiti i padiglioni per mangiare e bere, con la banda e grande partecipazione di tutto il popolo.
Il primo operaio fu Giorgio Benedetto (Ginu dij Rus, mio prozio) che ha lavorato per 50 notti, poi si è licenziato perchè era un lavoro troppo umido... Ma nel '36 tornò per rimanere fino alla chiusura della centrale.
Intanto gli utenti e le utenze erano aumentati, e la centrale doveva funzionare anche di giorno per soddisfarne il fabbisogno. Credo che per un certo periodo ci abitasse un guardiano con la famiglia perché al piano superiore c'era un alloggio.
Quando nel '47 fu assunto Americo Benedetto (Mèricu 'd Custanti dij Rus... mio padre) i guardiani erano 3: lui, Giorgio (barba Gino) e Battista Giacomino ( Batista 'd Giaumin) di Sale. Facevano turni di 8 ore... nè domeniche, nè ferie, nè Pasqua, nè Natale. Quando Battista andò in pensione rimasero in 2, quindi turni di 12 ore. Sempre.
C'era poi l'addetto alla lettura dei contatori, Domenico Carlevato (Minichin dal Sindich) che fungeva anche da supervisore e quando Minichin andò in pensione fu sostituito da Sandro Ardissone (Sandru 'd Camp).
Ho dei ricordi molto belli di questo luogo, perchè il giovedì, quando la scuola era chiusa, io e mio fratello eravamo sempre lì; sia per aiutare nostro padre nei lavori di pulizia della scalinata che saliva alle vasche o per pulire la griglia che c'era alla fine del canale, dove l'acqua portava molte foglie, che bisognava togliere con un rastrello; ma sopratutto per scorrazzare lungo il Piova in giochi, bagni e, anche, pericolose escursioni.
Nel '57 fu aperta l'altra centrale, denominata BassoVallePiova, per distinguerla dalla prima che era AltaVallePiova, sulla strada Castellamonte-Cuorgnè. Il guardiano unico era Giuseppe Bertoglio Gris (Pinotu 'dla Biuva) che viveva in loco con tutta la sua famiglia.
Intanto a dirigere la società che ora si chiamava S.A.V.P.I.E. ( Società Autonoma Valle del Piova per l'Illuminazione Elettrica) era subentrato a Battista Giachetti il sig. Casale.
I lavori per edificare questa nuova struttura iniziarono nel 1939, anche per dare maggiore energia alla conceria CAI di Castellamonte. Quì fu adottato il classico modo di produrre energia idroelettrica, cioè: un invaso di acqua con costruzione di una diga a monte, un canale-galleria per portare l'acqua quasi sulla verticale della centrale, un pozzo piezometrico e una condotta forzata che riversava l'acqua alla turbina della centrale. Il posto per la costruzione della diga fu individuato alla confluenza del torrente Toa con il Piova. L'impresa Agati iniziò i lavori sia della diga che della galleria che sbucava poco sotto l'abitato della Chiria, ma allo scoppio della seconda guerra mondiale tutto fu interrotto per riprendere solo nel 1954, ben 9 anni dopo la fine della guerra. L'impresa era adesso la Bullio. La produzione di energia elettrica, come già detto, cominciò nel 1957.
Il 1° febbraio 1966 le due centrali, con i rispettivi dipendenti, passarono all'ENEL , che, poco dopo, chiuse quella della AltaVallePiova presso la fraz. Tetti di Colleretto Castelnuovo. Quella della BassaVallePiova, che si trova sulla strada Cuorgnè-Castellamonte, dopo qualche anno, venne automatizzata.
La centrale dove lavorava mio padre è rimasta abbandonata per 40 anni. Ogni tanto passavo a vedere la costruzione dove avevo vissuto molte ore della mia infanzia e soffrivo nel vederla sempre più decadente... Ora però i tempi sono cambiati e, da una quindicina d'anni, alcuni privati l'hanno comprata, ripristinata e automatizzata. Passo ogni tanto, tutto è cambiato, ma va bene così!
Alla Diga (così la chiamiamo noi locali) invece vado molto più spesso e devo ammettere che l'impatto ambientale è molto buono. Il posto è veramente suggestivo sia dal punto di vista naturalistico che da quello storico. Sulle rive del laghetto ci sono i ruderi di un vecchio mulino, di una fucina dove battevano il rame e di un ponte sospeso che se ripristinato potrebbe diventare un bel ponte tibetano; il tutto si amalgama molto bene con il paesaggio. Per raggiungere il posto conviene partire da Sant'Anna, seguendo la stradina che svolta a sinistra pochi mt. prima del cimitero, andare avanti per 200 mt., abbandonare quindi la strada e scendere il sentiero sulla destra; ci si arriva in meno di mezz'ora dalla piazza del cimitero e si può partire anche dalla fraz. Bastiglia, dalla piazza e dalla chiesa di Borgiallo. Il posto è pure raggiungibile dal Castelletto o da Case Ghella di Colleretto Castelnuovo. Si possono quindi fare parecchi giri ad anello, passando anche dal bel ponte romanico che unisce Colleretto a S. Anna... Certo che se ci fosse un minimo di segnaletica e una passerella sul Toa, in sostituzione del ponte in pietra crollato negli anni 40/50, di cui si vedono ancora i ruderi, la cosa sarebbe molto più semplice!
L'inaugurazione ufficiale si tenne il 13 maggio 1923, alla presenza della med. d'oro Caporal Cattaneo, del comm. Martin-Perolin consigliere provinciale, con i sindaci di Colleretto, il sig. Giovanni Carlevato, di Sale, il Cav. Chiono, di Cintano, il sig. Giacoma, di Cuorgnè, il Cav. Giachetti e di Castellamonte, il sig. Corrado Corradini, il geom. Ghella, l’impresario costruttore, la Contessa Nigra Martin-Perolin, nuora di Costantino Nigra, il Cav. Giraudo e l'on. Cesare Devecchi, quadrunviro e amico di Mussolini, che per l'occasione passò in rassegna la Milizia Nazionale. Dopo le orazioni ufficiali e la benedizione dei vessilli da parte dell'arciprete di Castellamonte don Bronzini, i festeggiamenti si spostarono nel prato della fraz. Tetti, vicino alle vasche. Qui erano stati allestiti i padiglioni per mangiare e bere, con la banda e grande partecipazione di tutto il popolo.
Il primo operaio fu Giorgio Benedetto (Ginu dij Rus, mio prozio) che ha lavorato per 50 notti, poi si è licenziato perchè era un lavoro troppo umido... Ma nel '36 tornò per rimanere fino alla chiusura della centrale.
Intanto gli utenti e le utenze erano aumentati, e la centrale doveva funzionare anche di giorno per soddisfarne il fabbisogno. Credo che per un certo periodo ci abitasse un guardiano con la famiglia perché al piano superiore c'era un alloggio.
Quando nel '47 fu assunto Americo Benedetto (Mèricu 'd Custanti dij Rus... mio padre) i guardiani erano 3: lui, Giorgio (barba Gino) e Battista Giacomino ( Batista 'd Giaumin) di Sale. Facevano turni di 8 ore... nè domeniche, nè ferie, nè Pasqua, nè Natale. Quando Battista andò in pensione rimasero in 2, quindi turni di 12 ore. Sempre.
C'era poi l'addetto alla lettura dei contatori, Domenico Carlevato (Minichin dal Sindich) che fungeva anche da supervisore e quando Minichin andò in pensione fu sostituito da Sandro Ardissone (Sandru 'd Camp).
Ho dei ricordi molto belli di questo luogo, perchè il giovedì, quando la scuola era chiusa, io e mio fratello eravamo sempre lì; sia per aiutare nostro padre nei lavori di pulizia della scalinata che saliva alle vasche o per pulire la griglia che c'era alla fine del canale, dove l'acqua portava molte foglie, che bisognava togliere con un rastrello; ma sopratutto per scorrazzare lungo il Piova in giochi, bagni e, anche, pericolose escursioni.
Nel '57 fu aperta l'altra centrale, denominata BassoVallePiova, per distinguerla dalla prima che era AltaVallePiova, sulla strada Castellamonte-Cuorgnè. Il guardiano unico era Giuseppe Bertoglio Gris (Pinotu 'dla Biuva) che viveva in loco con tutta la sua famiglia.
Intanto a dirigere la società che ora si chiamava S.A.V.P.I.E. ( Società Autonoma Valle del Piova per l'Illuminazione Elettrica) era subentrato a Battista Giachetti il sig. Casale.
I lavori per edificare questa nuova struttura iniziarono nel 1939, anche per dare maggiore energia alla conceria CAI di Castellamonte. Quì fu adottato il classico modo di produrre energia idroelettrica, cioè: un invaso di acqua con costruzione di una diga a monte, un canale-galleria per portare l'acqua quasi sulla verticale della centrale, un pozzo piezometrico e una condotta forzata che riversava l'acqua alla turbina della centrale. Il posto per la costruzione della diga fu individuato alla confluenza del torrente Toa con il Piova. L'impresa Agati iniziò i lavori sia della diga che della galleria che sbucava poco sotto l'abitato della Chiria, ma allo scoppio della seconda guerra mondiale tutto fu interrotto per riprendere solo nel 1954, ben 9 anni dopo la fine della guerra. L'impresa era adesso la Bullio. La produzione di energia elettrica, come già detto, cominciò nel 1957.
Il 1° febbraio 1966 le due centrali, con i rispettivi dipendenti, passarono all'ENEL , che, poco dopo, chiuse quella della AltaVallePiova presso la fraz. Tetti di Colleretto Castelnuovo. Quella della BassaVallePiova, che si trova sulla strada Cuorgnè-Castellamonte, dopo qualche anno, venne automatizzata.
La centrale dove lavorava mio padre è rimasta abbandonata per 40 anni. Ogni tanto passavo a vedere la costruzione dove avevo vissuto molte ore della mia infanzia e soffrivo nel vederla sempre più decadente... Ora però i tempi sono cambiati e, da una quindicina d'anni, alcuni privati l'hanno comprata, ripristinata e automatizzata. Passo ogni tanto, tutto è cambiato, ma va bene così!
Alla Diga (così la chiamiamo noi locali) invece vado molto più spesso e devo ammettere che l'impatto ambientale è molto buono. Il posto è veramente suggestivo sia dal punto di vista naturalistico che da quello storico. Sulle rive del laghetto ci sono i ruderi di un vecchio mulino, di una fucina dove battevano il rame e di un ponte sospeso che se ripristinato potrebbe diventare un bel ponte tibetano; il tutto si amalgama molto bene con il paesaggio. Per raggiungere il posto conviene partire da Sant'Anna, seguendo la stradina che svolta a sinistra pochi mt. prima del cimitero, andare avanti per 200 mt., abbandonare quindi la strada e scendere il sentiero sulla destra; ci si arriva in meno di mezz'ora dalla piazza del cimitero e si può partire anche dalla fraz. Bastiglia, dalla piazza e dalla chiesa di Borgiallo. Il posto è pure raggiungibile dal Castelletto o da Case Ghella di Colleretto Castelnuovo. Si possono quindi fare parecchi giri ad anello, passando anche dal bel ponte romanico che unisce Colleretto a S. Anna... Certo che se ci fosse un minimo di segnaletica e una passerella sul Toa, in sostituzione del ponte in pietra crollato negli anni 40/50, di cui si vedono ancora i ruderi, la cosa sarebbe molto più semplice!
bibliografia:
Lorenzo Benedetto - Pubblicato sul n. 33 di Canaveis, ma qui col titolo originale e senza modifiche.
- Le 2 foto, degli anni 20/30 sono di Angelo Savoia Carlevato
- Se dico acqua, maggio '89 - Ricerca della Scuola Elementare di Colleretto Castelnuovo
- Il Novecento castellamontese - Emilio Champagne e Attilio Perotti
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